mercoledì 6 giugno 2007

Akun ovvero impropria translitterazione di grazie

Domani é l'ultimo giorno a Reaksmy. Oggi con i bimbi ho disegnato tutto il giorno. Mi spiace andarmene. Mi mancherá il mercato delle cinque del mattino, con le donne accovacciate a terra ad aprire le branchie dei pesci per verificarne la freschezza. Mi mancherá la biciclettata quotidiana per arrivare fino alla scuola, mi mancheranno tutti gli "hello" dei bimbi e tutti i sorrisi delle donne che ormai mi conoscevano e mi accompagnavano lungo il percorso. Mi mancheranno i bagni nella pozza dove il primo giorno una bimba mi ha preso per mano per aiutarmi ad attraversare il guado e arrivare alla diga e dove ieri giocavo con a spalle cinque bimbe minute che mi balzavano adosso, ridendo con i loro denti guasti. Mi mancherá questo luogo che ho conosciuto per cosí poco e che giá sento dentro. Questi bambini mi fanno sentire a casa, non ho malinconie. Mi mancheranno i giochi sotto l'albero, mi mancheranno loro e mi sembra cosí strano sapere che le nostre vite difficilmente si rincroceranno. chissá che uomini e che donne diventeranno, chissá se il bambino di dodici anni che zoppica ed é alto come un italiano di quattro avrá mai una famiglia, chissá se tutti i visi che ora ricordo torneranno, chissá che cosa avró lasciato. Uno di loro mi ha detto che vuole imparare l'italiano.
Per Daniel in particolare lascio questo link, che non é molto, sul progetto.. ma é parte di quello che stanno facendo, soprattutto con Sara (la ragazza canadese che stará qui con loro altri cinque mesi e di cui parlavo in uno dei primi post).
Venerdí mattina parto molto presto per andare a Sianoukville, sul mare. Mi dicono che, pagando, il visto si possa rinnovare anche lí in un mercato senza dover passare per ambasciate o per Phnom Penh. Vedremo. Penso che lá mi aspetti un altro progetto, sempre con dei bimbi. Sapró dire. A presto.

4 commenti:

Daniel ha detto...

Credo di capire il tuo stato d'animo, anche se più che tornando dal Brasile, l'ho vissuto lasciando la Germania. Del Brasile sono informato tramite il missionario che abbiamo visitato qualche anno fa, mentre per quanto riguarda i miei amici in Germania, ora sono in contatto con pochi di quanti non ne abbia conosciuti. Forse questo senso di curiosità su come cambieranno i vecchi conoscenti tedeschi, dipende più dal fatto che sono più chiusi e composti dei brasiliani, che in una maniera o nell'altra con la loro semplicità ti hanno mostrato tutto di loro, i loro sogni, i loro progetti, la condizione sociale... E poi chiaramente le opportunità che si aprono a uno che ha vissuto nel Bom Jardim di Fortaleza rispetto a chi vive vicino a Monaco in Germania sono molto diverse.

Simulacra ha detto...

Mi sa che farò la cavolata della mia vita a seguire la ragione e non il cuore, iscrivendomi a ingeneria ambientale anziché ad antropologia. Io però avrei timore a ricevere sorrisi e akun da questa gente che racconti, quando mi rendo conto delle difficoltà che trovo a riceverne dalle persone fuori dalla stazione di Brescia... Non so se capisco il tuo stato d'animo ma lo condivido.

Anonimo ha detto...

Ciao Vladimiro, io sono appena stato a Praga e la gente "da stazione di Brescia" è davvero dappertutto e ti ferma ogni 50 metri.. Ci si abitua a tutto, a dire di no all' elemosina se non hai voglia, senza per questo doverti sentire in colpa. E a parlare con queste persone che non sono losche e cattive, ma semplicemente aspirano a ritagliarsi il loro pezzettino di "vita normale" che tanto ci invidiano (te lo dico anche perchè abito proprio a Brescia). Secondo me ciò che romperà un attimo le barriere culturali e comunicative saranno proprio i bambini che già adesso frequentano insieme le stesse scuole, giocano al parchetto e se ne fregano di tutte le diffidenze e le problematiche dei grandi.
Cmq non paragonerei i bambini Cambogiani alle realtà europee; credo che se facessi un' esperienza come quella d' Irene non riusciresti a trovare nei sorrisi dei bambini o nella gratitudine quasi immeritata delle persone nei tuoi confronti qualcosa di paragonabile a quello che conosciamo...

E cmq per chiudere, sarai sempre in tempo a cambiare la tua scelta per quanto riguarda l' università. Le "cavolate", anche se ci fanno perdere del tempo, possono essere una motivazione ancora più forte per cambiare e fare quello che amiamo...

Mamma mia che post da "santone oracolare" che ho scritto...

Simulacra ha detto...

Grazie Paolo, ho apprezzato le tue considerazioni, anche se non sono proprio convinto dell'innocenza dei bambini, ho visto episodi che in gran parte smentiscono il mito del bambino puro e innocente.
A me il teatro però da una buona spinta in questo senso, a partire dal confronto col pubblico.